giovedì 7 gennaio 2010

Il linguaggio dei gesti


Linguaggio, termine con cui s’indica generalmente l'associazione di una serie di significati ad una serie di significanti: tale associazione costituisce un codice che permette di formare un messaggio e quindi di stabilire la comunicazione fra due soggetti (emittente e ricevente) che conoscano entrambi quel codice […] (Enciclopedia, Utet).

Partendo da questa definizione, quello dei gesti è sicuramente un linguaggio, con le sue convenzioni semantiche ed il complesso apparato dei simboli. Però, mentre nel caso del linguaggio verbale il codice è la lingua che si parla (comunicazione bocca-udito), in quello dei gesti il codice è rappresentato da un’estesa e complessa serie di espressioni del corpo (comunicazione vista-mani).

Recenti studi condotti dall’Istituto di psicologia del Centro Nazionale di Ricerca e presentati a Londra al Congresso europeo di Psicologia sostengono la tesi che fino all’età di un anno tutti gli esseri umani sono capaci di comunicare sia con le parole sia con i gesti. Nei mesi successivi, però, è l’ambiente in cui viviamo a farci dimenticare questa dote. Ed è per questo che mentre nei popoli nordeuropei i bambini perdono quasi subito questa capacità, nei popoli mediterranei le due forme di comunicazione (vista-mani oppure bocca-udito) continuano ad esprimersi parzialmente insieme oppure si alternano. Ciò non significa che una volta persa la capacità di comunicazione gestuale, non si è più in grado di recuperarla: sostiene, infatti, il medesimo studio che se la vita offre nuovamente l’occasione, questa forma d’espressione potrà essere, con la pratica, nuovamente recuperata (Approfondimenti sullo studio).

Possiamo dividere il vasto vocabolario dei gesti in due categorie principali: quella dei gesti mimici e quella dei gesti simbolici.
I gesti mimici, detti anche illustrativi, sono quelli che vengono compiuti per accompagnare un termine o una frase durante una conversazione. Ad esempio il gesto di mostrare o indicare il polso senza orologio quando si chiede l’ora.
I gesti simbolici, detti anche emblematici, sostituiscono la parola o addirittura la alterano cambiandone completamente il contesto in cui viene espressa. Si pensi al gesto delle corna mentre si parla della fedeltà di un uomo o di una donna.

Appare chiaro, a questo punto, che mentre con i gesti mimici è possibile farsi intendere in ogni parte del mondo, non altrettanto si può fare con quelli simbolici, la cui interpretazione richiederebbe un insieme di conoscenze patrimonio di ogni singola cultura. Ad esempio in Tunisia ed in molti altri paesi arabi unire il pollice a tutte le dita della mano significa: "un attimo di pazienza". Nel napoletano significa esattamente l’opposto: “Ti vuoi sbrigare, vuoi arrivare al dunque?”. È quindi buona norma utilizzare la gestualità simbolica soltanto nel proprio ambito culturale per non incorrere in spiacevoli equivoci interculturali. (gb)


Tratto da Portanapoli

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